“L'Olocausto
è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremmo mai togliere il
segnalibro della memoria”. Questa frase venne pubblicata nel 1947 nel libro “Se
questo è un uomo” di Primo Levi, egli provò sulla sua pelle il freddo, la
paura, il dolore che i tedeschi infliggevano a loro e ad altre ‘’categorie
indesiderate”. Tutto iniziò da un pensiero concepito da una mente malata che
manipolò e portò una nazione allo sbaraglio. Hitler un uomo rigurgitante di
collera ,avente lo scopo di eliminare quel popolo che non permise alla sua
patria di vincere la guerra . Gli ebrei persone normali come noi e voi ,avevano
commesso il peccato di credere nella religione che li portò ad un’umiliazione
costante e alla morte. Come la storia ci insegna il 27 gennaio del 1945 ci fu
la liberazione degli ebrei dai campi di sterminio e da quel fatidico giorno,
ogni ebreo rinchiuse nella parte più remota della propria mente quel ricordo
che riportava alla luce solo il freddo. Un numero tatuato sulla pelle era Sami
Modiano, un uomo che arrivò ad Aushwitz all’ età di 13 anni con la sorella e il
padre che affrontarono entusiasti la morte. Egli però non si arrese e mantenne
la parola data al padre prima di morire: “continuare a sopravvivere e se si è
capaci a vivere”. Come questa esistono centinaia di storie, le quali ci fanno
sempre più avvicinare ad una tangibilità sconcertante, ed ogni volta che le
ascoltiamo i nostri cuori piangono e i nostri occhi si chiudono, per cercare di
non vedere quella che è stata la realtà o quella che è la realtà?
Maria
Sole Mangia 3D